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IL GENOGRAMMA
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“Da secoli la continuità di una stirpe nel tempo è stata rappresentata con l’immagine dell’albero, che simboleggia il legame tra il passato (radici, avi) e l’avvenire (germogli, discendenti).” R. de Bernart e F. Merlini (2001) |
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Il genogramma è una
specifica “versione” dell’albero
genealogico utilizzato dai terapeuti familiari; può essere definito
come la rappresentazione grafica della struttura di una famiglia accompagnata
dalle verbalizzazioni che colui che compila il genogramma fa rispetto alle
relazioni tra i soggetti rappresentati, alla comunicazione tra essi, alle
somiglianze o differenze, ai miti o ai rituali che caratterizzano parti
del sistema rappresentato (o il sistema intero). Alla semplice descrizione
dei legami di parentela si aggiunge, dunque, l’analisi degli elementi relazionali,
emotivi e affettivi. In base alla teoria di riferimento di chi utilizza
questo strumento, in base dunque all’epistemologia in cui si inserisce questa
tecnica, il genogramma può focalizzarsi su alcuni elementi piuttosto che
su altri; tra i rami dell'albero pare celarsi il segreto o la spiegazione
di un
comportamento.
A questo proposito, può essere interessante riportare alcune riflessioni di Fritjof Capra (2001 ) che sottolineano l'importanza dello schema - dove per schema si intende una configurazione di relazioni caratteristiche di un particolare sistema -. Trattando dell'importanza dell'approccio sistemico egli sostiene che "la chiave per una teoria completa dei sistemi viventi sta nella sintesi […] tra lo studio della sostanza (o struttura) e lo studio della forma (o schema). Nello studio della struttura misuriamo e pesiamo le cose. Gli schemi, però, non possono essere misurati o pesati; bisogna darne una rappresentazione grafica. Per comprendere uno schema, dobbiamo disegnare una configurazione di relazioni". Così può essere percepita l'essenza del genogramma, come tensione verso la comprensione della vita che "comincia dalla comprensione del suo schema". Introdotto nella terapia sistemica familiare da Murray Bowen , il genogramma si è diffuso poi alla quasi totalità degli indirizzi relazionali, con modalità differenti però di essere proposto, utilizzato e inserito nel contesto della terapia. Frequentemente il genogramma viene utilizzato anche per la formazione in gruppo degli allievi dei corsi per diventare psicoterapeuti familiari, come strumento di elaborazione della propria esperienza familiare; in questo caso la compilazione del genogramma si arricchisce con la retroazione dei colleghi e dei formatori che sono chiamati a fare domande al soggetto per comprendere al meglio la rappresentazione. L’organizzazione del genogramma e l’uso che viene fatto in esso dei simboli permette sia a chi compila il genogramma, sia a chi osserva e ascolta, di far emergere la storia della famiglia e di evidenziare alcuni suoi schemi e modelli di funzionamento significativi. Generalmente
il genogramma include almeno tre generazioni e permette di delineare i
legami biologici e legali/parentali tra le diverse generazioni. Nella
pratica, nel genogramma si possono includere le generazioni che vengono
considerate rilevanti in base al momento evolutivo della famiglia (o dell’individuo)
che è in terapia, in base alle problematiche evidenziate, in base alle
ipotesi formulate dal terapeuta e dal gruppo dietro lo specchio. Gli elementi “tipici” del genogramma sono, a livello di informazioni presentate:
La maggior parte di queste
informazioni ha dei corrispettivi
simboli standard
usati per rappresentare in forma grafica
“sintetica” i dati della famiglia. Esiste un livello di condivisione piuttosto
ampia rispetto alla simbologia “di base” che, per altro, è la stessa che
viene utilizzata nei comuni alberi genealogici. |